ANIELLO E NELETA

Anno: 1970
Regia: Elio Piccon
Fotografia: Elio Piccon
Assistente operatore: Carlo Neroni
Musiche: Vieri Tosatti, Elio Maestosi
Edizione: Aldo Raparelli
Produzione: Pegaso Audiovisiva
Note tecniche: colore, 11 minuti


Scene estratte dal cortometraggio
Fotogrammi: il volto di Neleta
Fotogrammi: la figura di Aniello

Un “porzione” d'esistenza: un uomo e una donna che si rinfacciano la loro comune disperazione: Aniello Nicola e la moglie Neleta. Lui, inchiodato su una sedia a rotelle da un male incurabile, rassegnato, lei per contro, viva, esuberante, che non vuole sacrificarsi, che si ribella all'idea di accomunare il suo destino a quello del marito.
Aniello scongiura la donna di aiutarlo ancora, ma Neleta si rifiuta; come un Cristo in croce le mostra le sue piaghe, ma la mogli non ha pietà; non l'ha per il marito, non l'ha per se stessa: ha deciso di vivere la sua vita. L'uomo timidamente le dice che sa di quale vita si tratta, l'accusa di averlo disonorato. Con furia isterica Neleta urla al marito il suo odio, il suo disprezzo di un'intera vita.
Fotogrammi: l'apocalisse
Ad un certo punto una luce rossastra, allucinante, misteriosa avvolge la stanza. Neleta si affaccia alla finestra... oltre il profilo dei tetti un astro smisurato sta “lentamente” precipitando verso la terra... La donna sgomenta chiama il marito, l'astro si ingrandisce sempre di più. Investiti dalla luce incandescente, l'uomo e la donna si guardano, i loro volti sembrano smaterializzarsi. Neleta afferra una mano del marito e gli dice: “perdonami... perdonami”. La parola oltrepassa lo spazio della stanza e il perdono sembra rivolgersi all'umanità intera. Un'umanità disperata che esprime il suo disagio esistenziale rispetto ad un evento incontrollabile.
L'apocalisse emerge con una umanità che urla, corre, si scontra, prega, si inginocchia, si tende le mani, si raggomitola, si contorce e si abbraccia prima che arrivi la terrificante luce preludio della fine del mondo.

Fotogrammi: l'apocalisse Fotogrammi: l'urlo dell'apocalisse